Incipit e citazioni

STONER


Incipit

William Stoner si iscrisse all’Università del Missouri nel 1910, all’età di diciannove anni. Otto anni dopo, al culmine della prima guerra mondiale, gli fu conferito il dottorato in Filosofia e ottenne un incarico presso la stessa università, dove restò a insegnare fino alla sua morte, nel 1956. Non superò mai il grado di ricercatore, e pochi studenti, dopo aver frequentato i suoi corsi, serbarono di lui un ricordo nitido. Quando morì, i colleghi donarono alla biblioteca dell’università un manoscritto medievale, in segno di ricordo. Il manoscritto si trova ancora oggi nella sezione dei “Libri rari”, con la dedica: «Donato alla Biblioteca dell’Università del Missouri in memoria di William Stoner, dipartimento di Inglese. I suoi colleghi»

Citazioni

  • Sempre, fin dalle sue prime, maldestre esperienze come matricola del corso di inglese, aveva percepito l’abisso tra i sentimenti che lo studio suscitava in lui e la sua capacità di esprimerli in classe. Aveva sperato che il tempo e l’esperienza potessero colmare quell’abisso, ma non era stato così. Più conosceva a fondo un argomento, più profondamente lo tradiva parlandone a scuola. Ciò che prima pulsava di vita avvizziva subito nelle parole e ciò che si muoveva in lui appena pronunciato diventava gelido. E la percezione della sua inadeguatezza lo angustiava a tal punto che quel sentimento si fece costante, diventando parte di lui come la curvatura delle spalle.
  • L’amore per la letteratura, per il linguaggio, per il mistero della mente e del cuore che si rivelano in quella minuta, strana e imprevedibile combinazione di lettere e parole, di neri e gelidi caratteri stampati sulla carta, l’amore che aveva sempre nascosto come se fosse illecito e pericoloso, cominciò a esprimersi dapprima in modo incerto, poi con coraggio sempre maggiore. Infine con orgoglio.
  • Era arrivato a un’età in cui, con intensità crescente, gli si presentava sempre la stessa domanda, di una semplicità così disarmante che non aveva gli strumenti per affrontarla. Si ritrovava a chiedersi se la sua vita fosse degna di essere vissuta. Se mai lo fosse stata. Sospettava che alla stessa domanda, prima o poi, dovessero rispondere tutti gli uomini. Ma si chiedeva se, anche agli altri, essa si presentasse con la stessa forza impersonale. La domanda portava con sé una certa tristezza, ma era una tristezza diffuss che (pensava) aveva poco a che fare con lui o con il suo destino particolare. Non era neanche sicuro che essa sorgesse dalle cause più ovvie e immediate, ovvero da ciò che la sua vita era diventata. Sorgeva, secondo lui, dall’accumularsi degli anni, dalla densità dei casi e delle circostanze e dalla comprensione che era riuscito ad averne.
  • Provava un piacere triste e ironico al pensiero che quel poco di conoscenza che si era conquistato l’avesse condotto a tale consapevolezza e che alla lunga tutte le cose – perfino ciò che aveva imparato e che gli consentiva quelle riflessioni – erano futili e vuote, e svanivano in un nulla che non riuscivano ad alterare.
  • Arrivato a quarantadue anni, William Stoner non vedeva nulla di emozionante nel proprio futuro. Del suo passato, poco gli interessava ricordare.
  • A quarantatré anni compiuti, William Stoner apprese ciò che altri, ben più giovani di lui, avevano imparato prima: che la persona che amiamo da subito non è quella che amiamo per davvero e che l’amore non è una fine ma un processo attraverso il quale una persona tenta di conoscerne un’altra.
  • È facile considerarsi per bene, quando non si ha alcun motivo per non esserlo.
  • “Bisogna innamorarsi, per capire un po’ come si è fatti. A volte, con te, mi sembra di essere la più grande puttana del mondo, una puttana ingorda e fedele. Ti sembra un pensiero per bene?».
  • Facevano l’amore, restavano sdraiati per un po’ e tornavano a studiare, come se l’amore e lo studio fossero un unico processo.

Postfazione Peter Cameron

  • La verità è che si possono scrivere dei pessimi romanzi su delle vite emozionanti e che la vita più silenziosa, se esaminata con affetto, compassione e grande cura, può fruttare una straordinaria messe letteraria.
  • Dio si nasconde nei dettagli e in questo libro i dettagli ci sono tutti.
  • Rileggere un libro amato è come tornare in un luogo sacro in cui nulla è cambiato, esperienza per noi ovviamente impossibile perché il mondo cambia sempre. Se un libro cambia è soltanto perché siamo cambiati noi e lo affrontiamo in modo diverso, ma è sempre una soddisfazione meravigliosa incontrare di nuovo l’universo di un romanzo come questo e avere la certezza che esistono delle cose belle indifferenti alla brutale e inevitabile azione del tempo.
  • E se è possibile perdonarlo perché tollera l’umiliante comportamento di sua moglie, è impossibile perdonarlo, a mio parere, per aver trascurato sua figlia.


Stoner

di John E. Williams

Editore: Fazi

Pagine: 332

Prezzo cartaceo: 15 euro

Prezzo ebook: 9,99

Isbn: 9788893250627

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